Sabato 17 febbraio 2018 si è concluso per gli allievi dell’ITAS “B.Chimirri” di Catanzaro il progetto “Ciak: un processo simulato per evitare un vero processo” con una rappresentazione scenica, presso il Tribunale dei minori di Catanzaro, sul problema scottante e dilagante del cyber bullismo. Il progetto, promosso dal Tribunale dei minori di Catanzaro, è stato fortemente voluto dal Dirigente scolastico dell’Istituto, prof. Antonio Carioti.
La rappresentazione teatrale è stata solo la punta dell’iceberg di un percorso attentamente elaborato e altamente formativo. L’attività è partita nel modo più semplice e ovvio ma anche opportuno: la formazione dei docenti con testimonial e tutor particolarmente qualificati quali il Presidente del Tribunale dei minori, dottor Luciano Trovato, gli esperti delle comunità dei servizi sociali e il prof. Antonino De Girolamo dell’USR di CZ ed è proseguita con l’utilizzo delle competenze acquisite con gli allievi impegnati nella messa in scena del copione. Così le prove della rappresentazione sono state intramezzate da pause di riflessione sulla vicenda e sul comportamento dei protagonisti ma hanno offerto, soprattutto, spunti di riflessioni su considerazioni più generali che riguardano il mondo giovanile. Qui il trionfo del Web ha portato ad una assurda spersonalizzazione dei rapporti improntati alla superficialità più assoluta e al conseguente trionfo di atteggiamenti egoistici e pressappochisti, sempre più spesso finalizzati alla prevaricazione del soggetto ritenuto più debole. L’incedere della vicenda ha visto Gaia, una ragazzina di appena 15 anni, rea di essersi fatta fotografare nuda, cedendo a un momento di vanità e al desiderio di compiacere al ragazzo amato, vittima di un vero e proprio linciaggio informatico, con il tragico e, purtroppo, inesorabile tam tam di foto oscene che sul web rimbalzano dall’amico al conoscente e poi all’utente sconosciuto fino a diventare di pubblico dominio. Così l’effetto più devastante si realizza: la vita di chi subisce risulta stravolta, svuotata di ogni significato e, infine, annichilita e il tentato suicidio della protagonista ne è la prova lampante.
Gli allievi attori, rappresentando la fase dibattimentale del processo minorile, ne hanno compreso la strutturazione che ne ripercorre gli eventi, accerta i fatti e decide del futuro degli imputati, mirando sempre a rieducare e reinserire e ricorrendo alla condanna solo come estrema ratio. Gli allievi, interessati e critici, sono sempre stati affiancati dalla docente referente, prof.ssa Sonia Volpe, dalla prof.ssa Rossella Mulè, valida esperta di recitazione e dal team del Tribunale dei minori che ne ha seguito con attenzione e stimolato il percorso di crescita finanche nella rappresentazione finale ove la recitazione è stata a tratti interrotta per dare spazio al dibattito e alla riflessione.
Sonia Volpe