Anche quest'anno l'ITAS B. CHIMIRRI di Catanzaro ha abbracciato con entusiasmo l'iniziativa ideata dal Tribunale per i Minorenni della città e promossa da diverse istituzioni ed enti pubblici e privati, che chiama all'appello gli studenti della regione coinvolgendoli all'interno di un percorso di educazione alla legalità. Ad aprire l'edizione di questo anno è stato proprio l'ITAS con i suoi venti alunni "reclutati" soprattutto, ma non solo, nelle prime classi, ragazzi che hanno fin da subito accettato di intraprendere, insieme ai docenti che li hanno accompagnati in questa avventura, un cammino che si è poi concluso proprio con la simulazione di un processo su un caso di cyberbullismo.
Sì, perché la simulazione in un'aula vera del Tribunale è stata solo l'ultima tappa di un lavoro iniziato da mesi in alcune classi con la lettura del libro Il fragile bullo di Rita Tulelli e proseguita con la proiezione del film Cyberbulli pettegolezzi, proprio perché il fenomeno del bullismo venisse ben compreso e perché la simulazione non fosse vista dai ragazzi solo come un momento di esibizione fine a se stessa. Gli studenti hanno avuto così modo di entrare in contatto, attraverso diversi mezzi, con una tematica delicatissima e di grande attualità: hanno letto e studiato con attenzione il copione e sono diventati Gaia, Luca, Antonio, Beatrice, indossandone egregiamente i panni. La formazione ha previsto anche un incontro, tenutosi presso la scuola, con alcuni rappresentanti del Tribunale con i quali i ragazzi hanno intrattenuto un sereno dialogo, durante il quale ciascuno si è sentito libero di esprimere la propria opinione senza sentirsi giudicato ed ha potuto trovare risposta a tante delle domande che gli adolescenti generalmente si pongono. I docenti accompagnatori, gli studenti "attori", alcuni dei quali accompagnati anche dai propri genitori, nella giornata della simulazione hanno avuto anche la possibilità di visitare alcuni uffici del Tribunale e soprattutto ascoltare chi, a vario titolo, lavora ogni giorno con i giovani e spende per loro la propria vita. Persone che hanno potuto soprattutto illustrare i rischi reali delle dipendenze come quella dalle sostanze stupefacenti e dai social network. Insomma si è trattato di un percorso altamente formativo ed edificante, come testimoniato dal sorriso, dalla gioia e dall'emozione dipinti sul volto dei ragazzi che lo hanno realizzato. Una gioia condivisa anche dai docenti che li hanno accompagnati in questo percorso.